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Musei statunitensi di arte
contemporanea su Internet

di ANTONIO MANNO

Apparso in "M/A Relais" (Bologna), n. 19 (1998), pp. 4-7.

 
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Le arti visive intese nella più ampia accezione e i loro contatti con discipline affini sono le idee che i musei americani di arte moderna perseguono da decenni giungendo a risultati di notevole rilievo. Un breve viaggio in Internet consente di aprire una finestra su un ampio panorama culturale, ricco di insegnamenti per artisti e architetti, studiosi, operatori museali e progettisti di siti web. A differenza di numerosi musei europei, il cui sito è una banale brochure elettronica, le pagine di quelli esaminati sono spesso ricche di informazioni e immagini, utili sia al curioso che allo studioso.

Il sito del MoMA di New York (Museum of Modern Art), che di recente ha conseguito il prestigioso riconoscimento denominato Suite 101 Arts and Technology Top 5 Site, è stato progettato per fornire al visitatore una rassegna sulle consistenti collezioni d’arte e iniziative culturali promosse dal museo. Il menu presenta delle piccole icone a intermittenza per catturare l’attenzione sulle ultime novità –collegamenti a tema con altri siti d’arte, esposizioni in corso- e altri link in forma di elenco. Fra le mostre - dedicate alla pittura, all’architettura, alla grafica o alla fotografia e descritte da un’ampia documentazione - si trova una retrospettiva su Aleksandr Rodchenko (1891-1956). Un’altra, terminata da poco e ora trasferita a Mantova, è stata dedicata ad Aalvar Alto. E’ altresì disponibile una lista delle esposizioni tenute a partire dal 1991 e, nella pagina sulle "Touring Exhibitions", si possono reperire i collegamenti con altri MoMA. Esiste anche un calendario di proiezioni di film e video appartenenti al museo. Estremamente ricche le proposte didattiche riservate alle scuole o alle famiglie. Si ospitano anche subsites che sperimentano le possibilità offerte dall’interattività, dall’animazione e dal suono. La biblioteca del museo tiene aggiornati alcuni preziosi archivi rinvenibili sulla pagina "Research resources". Il menu che consente di accedere alle prestigiose collezioni è diviso in sei paragrafi: architettura e design, disegni, film e video, pittura e scultura, fotografia, stampe e libri illustrati. Il settore di architettura, fondato nel 1932, comprende l’archivio di Ludwig Mies van der Rohe. La collezione di design raccoglie 3000 oggetti. Purtroppo le immagini messe a disposizione del visitatore virtuale sono pochissime. Fra queste, nella sezione di pittura, si trovano Les Demoiselles d'Avignon, di Pablo Picasso (1907) e Broadway Boogie-Woogie, di Piet Mondrian (1942–43). Le riproduzioni in formato piccolo e di mediocre qualità, dovute forse al tentativo di arginare gli atti di pirateria e di sostenere le vendite della guida cartacea, sono tuttavia accompagnate da buone spiegazioni, disponibili in due versioni, una divulgativa e, l’altra, per specialisti. Per chi non volesse leggere i testi, è disponibile "Artphone", l’audioguida del museo. Uno strumento efficace che, se ulteriormente sviluppato, potrebbe consentire di caricare via Internet le informazioni vocali sui telefoni portatili ora in uso anche in alcuni musei italiani.

Il MoCA di Los Angeles (Museum of Contemporary Art), attivo dal 1940, oltre alla pittura, alla scultura e al disegno, si dedica anche alle arti multimediali, alla musica e alla danza, al design e all’architettura, come pure a nuove forme d’espressione che combinano più discipline. Lo staff, diretto da Richard Koshalek, include anche un coordinatore delle conferenze d’arte, un curatore editoriale e un direttore di programmi sperimentali. Il sito elenca mostre e iniziative culturali del Museo dal 1983. Fra queste, "Automobile e cultura" (1984) e numerose iniziative riservate a giovani artisti. Fra le esposizioni itineranti più recenti, una è stata dedicata alle relazioni fra arte e cinema dal 1945. Le informazioni sulle opere, fra le quali si annoverano capolavori dell’espressionismo astratto e della Pop Art, sono suddivise per collezione di appartenenza o per artista. Mediante il primo tipo, se ne possono visualizzare ventisei. Spiccano i nomi di artisti come Alberto Giacometti, Piet Mondrian, Joan Mirò, Jackson Pollock, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e Mark Rothko. Consistenti le iniziative educative e didattiche riservate alle scuole, ma anche a bambini accompagnati dalle famiglie. Musica jazz da giugno a settembre. Si può consultare un calendario bimestrale delle iniziative. Il museo cede i suoi spazi per parties, spettacoli, simposi, conferenze o concerti. La quota di associazione come membro semplice, ricca di vantaggi, ammonta a 55 dollari, dei quali 38.68 deducibili dalle tasse. Ottimo il servizio di richiesta di informazioni via e-mail.

Il nuovo MoMA di San Francisco, progettato da Mario Botta e aperto nel 1995, presenta un sito assai articolato, meno ricco di immagini sul proprio patrimonio, ma degno di una visita per la pagina sulle recenti acquisizioni, fra le quali risulta Fountain, di Marcel Duchamp (1917/64).

Il MoCA di San Diego merita un’occhiata per il suo sofisticato tour virtuale ed è prezioso per chi, attraverso appositi collegamenti, volesse installare il software di base necessario ad ottimizzare il proprio browser (QTVR, Real Audio, Java, I-Chat, Shock-wave e Live Picture).

The Andy Warhol Museum, diretto da Thomas Sokolowski e situato a Pittsburgh -città natale dell’artista, scomparso nel 1987- illustra il proprio contenuto suddividendolo per piani. Le pagine, accompagnate da fotografie degli interni, riportano brevi notizie storiche sugli autoritratti, i ritratti, la produzione degli anni Ottanta, le collaborazioni con Jean Michel Basquiat e Francesco Clemente, Interview -la rivista fondata dall’artista nel 1969- e sulle opere seriali, Mao, Ladies and Gentlemen, Skull e Last Supper. Sono stati ricostruiti anche due ambienti ideati dall’artista: Cow wallpaper e Silver Cloud, posti accanto alle stanze che ospitano opere note come Car crashes, Electric chairs e Suicides. Tra le mostre aperte fino a settembre, una è dedicata all’artista giapponese Mariko Mori.

Se il sito dedicato a Warhol è ancora in via di costruzione e, purtroppo, corredato da poche immagini di mediocre qualità, quello del Salvador Dali Museum, trasferito da Cleveland e inaugurato nel 1982, si presenta graficamente con una buona pagina di menu, con fastidiosi –ma necessari- banner pubblicitari e una guida dotata di un consistente apparato fotografico, utile a curiosi e studiosi. Digitando infatti il pulsante "Dali Collection" si accede ad un catalogo di 159 opere, fra tele, disegni e acquerelli, realizzate fra il 1917 e il 1974. Il visitatore, prima di iniziare il suo tour, può anche selezionare una musica di sottofondo, optando fra midi, classica o jazz. Tra le opere, raccolte da due amici dell’artista, A. Reynolds ed Eleanor R. Morse, si può ammirare The Discovery of America by Christopher Columbus (1958-59) e The Hallucinogenic Toreador (1969-70). La ditta che ha digitalizzato le immagini ha avuto la pessima idea di apporre il proprio nome sopra ogni figura, svilendo un eccellente lavoro. Il desiderio comprensibile di dichiarare la proprietà di tale fatica ha indotto a fare ciò che si vede in tante biblioteche pubbliche il cui timbro, per timore di furti, finisce con l’essere impresso anche su raffinate incisioni. Un timbro, o intestazione, apposto sulla riproduzione digitale di un’opera d’arte svela, a suo modo, l’impari tentativo di impedire la riproducibilità tecnica di un’immagine. La soluzione adottata, senz’altro migliore rispetto a tanti altri musei poiché mette a disposizione immagini di medio formato, delude l’osservatore, non solo per il giallo sgargiante del timbro -che altera i rapporti cromatici dell’opera- ma anche per l’occultamento di alcuni dettagli.

Il Massachusetts MoCA è un complesso tuttora in costruzione che, nel 1999, ospiterà un enorme centro per le arti visive. Il museo ha un proprio sito che usa abilmente come strumento di promozione e organizza già delle visite guidate al cantiere. Nella scheda che ripercorre le vicende storiche dell’area, urbanizzata nel 1872 per ospitare una fabbrica tessile, si riassumono le tappe che hanno portato all’attuale progetto. L’idea nacque da uno studio di un gruppo di architetti fra i quali si trovavano Frank Gehry e Robert Venturi. L’attuale progetto, sorretto da un massiccio intervento privato, spetta invece a Simeon Bruner ed è illustrato con fotografie, disegni e una nota descrittiva di Henry Moss. Fra i link del sito che illustrano gli obiettivi culturali del museo, le attività svolte dal 1995 e i partners, se ne trova uno intitolato "business", riservato all’affitto di spazi commerciali e per uffici, con particolare riguardo a ditte che si occupano di information technology e new media. Digitando invece su "Bulletin Board" ed armandosi di pazienza, si può leggere persino la posta ricevuta dal museo, ricca di segnalazioni sui siti più disparati. Su "Where are we?" sono infine riprodotte le mappe con le strade per raggiungere il museo. La pagina dedicata a "Past events" è particolarmente elegante ed efficace. Attraverso le singole schede di iniziative culturali già svolte è possibile recuperare informazioni, immagini e video-clip. Fra queste, una mostra dello scozzese David Byrne, uno dei fondatori del gruppo musicale dei Talking Heads.

 

Indirizzi

- MoCA (Museum of Contemporary Art):

Chicago: http://www.mcachicago.org/

Houston: http://www.camh.org/, ricco di informazioni

Los Angeles: http://www.moca.org/

North Adams, Mass.: http://www.massmoca.org/

San Diego: http://www.mcasd.org/

- MoMA (The Museum of Modern Art):

New York: http://www.moma.org/

San Francisco: http://www.sfmoma.org/

- Guggenheim Museum, New York:
http://www.guggenheim.org/, con collegamenti alle sedi americane ed europee

- The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, Pennsylvania: http://www.warhol.org/

- The Salvador Dali Museum Collection, St. Petersburg, Florida: http://www.webcoast.com/Dali/

- Whitney Museum of American Art, New York: http://www.whitney.org/index.shtml

- The Contemporary Arts Center, Cincinnati: http://www.spiral.org/

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